Marrapese
Un bambino di poche parole - Terapia psicomotoria ed autismo
Un bambino di poche parole - Terapia psicomotoria ed autismo
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Wille (1994)
ISBN 9788874492053
EDIZIONE 1994
PAGINE 266
L’autismo, mondo sconosciuto e terribile sul quale sono state proiettate tante paure e fantasie inconsce al punto di aver assunto una "dimensione sacrale": intorno ad essa si è venuto a creare un culto basato sul mito del bambino autistico, eroe solitario sofferente e autodeterminato a non comunicare, al quale è seguita una violenta apostasia dello stesso.
L’approccio etologico si è rivelato di grande interesse e utilità ed ha permesso di portare alla luce alcuni aspetti di questa condizione morbosa: le scarse competenze innate del bambino autistico, il fallimento delle prime esperienze cognitive, il tentativo sempre frustrato di stabilire una relazione con il mondo.
L’intervento psicomotorio così come attuato da Anne-Marie Wille ha proprio come scopo l’umanizzazione del bambino autistico: si basa su un grande rispetto da parte del terapista che con profonda umiltà accetta di essere un "oggetto tra gli oggetti e nemmeno il più affascinante di essi", di proporsi al bambino senza imporsi, di aiutarlo a dare un significato alle sue azioni e di ampliare i suoi orizzonti cognitivi tramite il gioco e il corpo.
L’autrice è l’ideatrice di questo approccio che non mira a "costruire abilità" quanto a evocarle e successivamente a organizzarle in un’ottica maieutica e non comportamentista, sostanzialmente a dare un significato alla vita del bambino autistico a farlo diventare il protagonista delle sue azioni e della sua esistenza.
Nel volume non si è perseguita l’ottica miracolistica della guarigione definitiva, della restitutio ad integrum, ma quella di mettere in grado i bambini autistici di condurre una vita autonoma e gratificante anche se si è dovuto accettare il fatto che nella maggior parte dei casi il terremoto cognitivo prodottosi nella primissima infanzia lascia come reliquato, dopo la regressione completa dei sintomi autistici, discrete difficoltà di simbolizzazione e un variabile grado di impoverimento globale della personalità.
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