Edizioni Idelson-Gnocchi
Sala operatoria strumentazione
Sala operatoria strumentazione
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Chirurgia Open/Laparoscopia/Robotica
Lusuardi (2021)
ISBN 9788879477505
EDIZIONE 2021
PAGINE 778
Quando mi è stato chiesto dall’editore di scrivere un testo sulla strumentazione chirurgica, la mia prima reazione è stata quella di sorridere, pensando all’enorme quantità di strumenti, alla varietà delle forme, delle dimensioni e alla quantità di specialità in cui vengono quotidianamente impiegati; l’immagine immediatamente balzatami alla mente è stata quella di un firmamento stellato in una notte limpida…
Non so se quel sorriso fu compreso, dal momento che solo chi lavora nel settore dello strumentario e vive in mezzo a tante e differenti specialità chirurgiche può rendersi conto della quantità di presidii esistenti nelle sale operatorie, nella produzione e che vengono effettivamente utilizzati.
Subito dopo ho pensato che, accettando e affrontando il progetto, fosse sì importante descrivere uno strumento ma ancor più descriverne l’uso, calandolo e inserendolo nella situazione concreta in cui esso viene scelto e utilizzato, momento in cui qualunque strumento cessa di essere solo ‘un nome’ e diventa – a modo suo – parte attiva di un’intenzione e di uno sforzo collettivo, quello nel quale un team, una équipe si prende effettiva mente cura del male di un’altra persona e lo elimina! La sfida era quella di farlo in modo da far “rivivere” uno strumento vedendolo in azione nelle specifiche fasi di un intervento chirurgico, senza scadere nell’appiattimento e nella ‘freddezza’ di un semplice “catalogo illustrato”.
Da quel momento ho cercato come prima cosa di identificare quegli strumenti che, per loro natura, sono utilizzati trasversalmente in tutte le specialità di chirurgia generale; in seguito, chiedendo aiuto ad A.I.C.O. (Associazione Infermieri di Camera Operatoria), ho contattato colleghi di altre specialità su tutto il territorio italiano: l’esperienza di chi lavora sul campo quotidianamente mi ha aiutato a identificare strumenti peculiari di alcuni interventi di base, evidenziando sia le loro caratteristiche generali sia quelle che li rendono adatti ad una branca specialistica.
Il pensiero seguente è stato quello di una proposta, accettata ben volentieri dall’editore: abbinare, alla descrizione degli strumenti, la dimostrazione del loro effettivo utilizzo durante l’intervento chirurgico, in modo che – tanto il collega in formazione quanto il semplice lettore interessato – potessero avere una chiara idea di dove e come viene utilizzato quel particolare strumento in ogni fase dell’intervento.
A questo punto è partito il turbinìo di contatti telefonici coi responsabili regionali AICO, i quali hanno individuato possibili coautori/strumentisti che potessero contribuire – con la loro esperienza diretta in sala operatoria – alla stesura degli interventi, dando vita alla parte applicativa delle apparecchiature descritte.
La scelta degli interventi non è stata pianificata ma si è venuta a creare ‘da sé’ in base alle esperienze dei colleghi contattati; per cui, qualche difformità nella stesura degli interventi è data sia dall’eterogeneità delle esperienze lavorative che dal loro diverso stile di esposizione; è con queste caratteristiche che il lavoro è stato portato a temine.
Un altro aspetto dell’”opera” che abbiamo dovuto affrontare (e che si è rivelata una necessità imprescindibile ai fini redazionali) è stato quello della revisione generale italiana dell’intero manoscritto, sia per superare i differenti stili di esposizione e uso dell’italiano – dando all’intero testo uno stile unitario – sia per rendere il libro accessibile tanto a chi è già del mestiere (e vive sulla sua pelle la prassi).
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