Acta Medica Edizioni
Le vie della rinoplastica - Filosofie a confronto
Le vie della rinoplastica - Filosofie a confronto
Impossibile caricare la disponibilità di ritiro
Boccieri - Finocchi - Marianetti (2021)
ISBN 9788897438649
EDIZIONE 2021
PAGINE 616
La rinoplastica è sicuramente l'intervento più creativo ed entusiasmante nell'ambito della chirurgia plastica per la possibilità di associare le procedure tecniche all'inventiva e al senso artistico del chirurgo. In più la posizione del naso al centro del viso fatto del suo cambiamento nei rapporti sociali hanno reso fin dall'inizio questo intervento il protagonista tra tutti gli interventi di chirurgia estetica. Partendo da questi presupposti è comprensibile come negli ultimi anni ci sia stata la pubblicazione di molti libri con l'intento di insegnare come operare, muovere i passi nelle procedure, imparare l'anatomia chirurgica, quale considerare la migliore tecnica da adottare. Il gran numero di proposte presenti nella letteratura scientifica ha fatto per lo più riferimento inizialmente all’approccio chiuso e, successivamente, all’approccio aperto a partire soprattutto dagli anni ‘90. In effetti questi due filoni si sono contraddistinti non solo per le incisioni di accesso ma soprattutto per una filosofia generale di programmazione diversa. La prima fondata più su una riduzione delle componenti nasali, la seconda più su un rimodellamento strutturale e sull'impiego di innesti. In realtà questa iniziale dicotomia concettuale, negli anni più recenti, si è notevolmente attenuata per il più frequente ricorso a principi strutturali con impiego di innesti da parte dei “chiusisti” e ha una maggiore essenzialità con indicazione più motivata degli innesti da parte degli "openisti”. Peraltro va segnalata ultimamente, da più parti, una maggiore rivalutazione dell'approccio chiuso con l'impiego dei concetti della "structural rhinoplasty", propri nell'approccio aperto. A queste due filosofie, molto recentemente, se n'è aggiunta un'altra quella della “preservation rhinoplasty” che, dalla constatazione dei numerosi danni causati da un esagerato accanimento chirurgico, ha voluto proporre una filosofia meno aggressiva e più conservativa.
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